Lazzaretto – resoconto tragicomico di un’influenza pre-natalizia

Era il lontano 6 dicembre quando dissi a mia sorella la fatidica frase:
“quest’anno non riduciamoci all’ultimo per i regali di Natale, andiamo il prima possibile, così possiamo girare i negozi con più calma e trovare ancora tutto!”.
Come si suol dire, me la sono tremendamente tirata addosso…

Premessa

Tutto parte dalla malattia di tutte le persone che mi circondano: la mia famiglia era tutta raffreddata, le mie coinquiline dell’università passavano il tempo tra starnuti e aereosol e alcune ragazze del coro di Natale, durante le prove, tossivano e agitavano fazzoletti infetti a destra e manca. Nonostante tutto, non si sa come, ero viva e vegeta e le mie difese immunitarie non accennavano a crollare… fin quando, malauguratamente, una mattina ho dimenticato la giacca a casa e ho preso così freddo da annientare il mio organismo con le mie stesse zampine! [Viva me!” (cit.)]

Fase 0: l’inizio della fine

Di giovedì (l’11, per la precisione) inizio a sentirmi stanca, ma avendo degli importanti impegni per cena mi prendo una medicina per il mal di testa (nonostante io odi ricorrere a farmaci se non strettamente necessario) e cerco di tenere duro… ma evidentemente strafogarmi di cibo nella casa piuttosto freddina della mia padrona di casa sembra non essere stata la mossa più intelligente che potessi fare. In poco tempo la mia percezione della temperatura ambientale inizia a sbarellare, cosicchè mi sembra sempre di più di stare in compagnia di dissenatori (tanto che lentamente anche la mia felicità ha iniziato a vacillare) piuttosto che di persone simpatiche e calorose. In meno di mezz’ora sono ridotta a poco più di un cadavere che cammina, sono bianca come la carta, con occhiaie viola intenso e labbra esangui e lotto con tutta me stessa per non tremare, evitando di agitandomi come se fossi un maracas. Grazie al cielo  le mie amiche percepiscono il mio stato di malessere e decidono di riportarmi a casa e mettermi a letto.
Conclusione della serata: batto i denti come se non ci fosse un domani, tremo e muoio di freddo anche con addosso un pijama pesante, due paia di calzini (di cui uno felpato), due piumini e una coperta di lana e passo una delle notti peggiori della mia vita, riuscendo a dormire neanche 3 ore in totale, con la febbre e i dolori articolari lancinati che mi tormentano anche fintanto che sono sotto l’effetto della tachipirina. E’ ufficiale: questa volta me la sono presa grossa… l’infuenza!

Teddy Malato

Fase 1: ritorno a Lazzaretto

Date le mie pessime condizioni, in un momento di febbre bassa per via dei farmaci una delle mie coinquiline, mossa da pietà e infinito altruismo, decide di fare il viaggio della speranza e mi riporta a casa. Dopo un’ora di viaggio rientro finalmente in quelle che dovrebbero essere le rassicuranti mura domestiche… se non fosse che appena entro mi rendo conto che le cose non vanno proprio bene neanche qui. Tutti sono fiacchi, ancora più raffreddati di quando li avevo lasciati. Ho un brutto presentimento. Passano poche ore, gli effetti dei medicinali iniziano a calare e con l’arrivo della notte, non sono l’unica a cui sale la febbre. “Proviamo a dormirci sopra, magari passerà” è quello che penso… e invece, all’alba del 3° giorno è chiaro che l’influenza ha messo KO tutti, da mia madre a mia sorella, la piccoletta di casa e mia nonna. Decidiamo di fare l’unica cosa effettivamente in nostro potere: accogliere i pochi coraggiosi visitatori con l’invitante motto “Welcome To Lazzaretto!”.

Fase 2: evoluzione

Passano i giorni. Ognuno fa tappa dal dottore o al pronto soccorso (che brutto sabato pomeriggio!) e ci imbottiamo di antibiotici, fermenti lattici, camomilla e miele, ma niente sembra apparentemente funzionare. Il lazzaretto è sempre più un covo di malefici microbi, il tempo passa inesorabile e ne abbiamo sempre meno per fare tutto ciò che dobbiamo prima delle festività.
Dopo un lungo week-end, sembro quasi in ripresa. Mi riattivo e mi rimetto all’opera e di martedì sembro nuovamente in grado di esistere. Inizio quindi a preparare tutto ciò che serve per il grande cenone pre-natalizio con gli amici che io e mia sorella siamo solite organizzare, la cui data era inevitabilmente stata fissata per il 19 dicembre da quasi un mese. Corro a comprare le cose, vado alle visite mediche, pulisco la location, cucino e, il 19 sera, mi occupo di fare la brava padrona di casa e cerco di intrattenere i miei ospiti.
Conclusione: la mattina dopo ero di nuovo a letto con 38 di febbre e anche il raffreddore non accennava a voler passare. Sarei mai stata in grado di riprendermi per i canti della notte di Natale (di cui ormai avevo praticamente saltato ben due prove)?

Fase 3: la luce alla fine del tunnel – la ripresa

Incredibilmente, dopo una settimana e mezza di malattia totale e diffusa, di cure disperate e di riposo quasi totale, il 23 sembriamo tutti in fase ottimale di ripresa. Mia nipote non mi dà più il buongiorno con delle candelotte perenni al naso, mia sorella non passa la notte a tossire come se fumasse da vent’anni e mia madre per fortuna è abbastanza in forze da ricominciare la sua attività lavorativa (e da uscire di casa, così possiamo risparmiarci le lamentele infinite sul suo stato di salute). C’è solo un piccolo problemino di fondo: rimane solo una giornata e mezzo per fare TUTTI i regali di Natale, ma stando attenti a non stressarsi troppo sta volta (onde evitare nuove ricadute). Bene!

Conclusione

Miracolosamente sono riuscita a fare tutto, compresi i canti in chiesa la vigilia (con una voce più da uomo che da donna, ma almeno ho dato il mio sostegno spirituale agli altri) e anche questo Natale pare sia andato per il meglio.
Le mie condizioni fisiche stanno tornando alla normalità e ho passato dei bei momenti con la mia famiglia e con gli amici.
Per via della malattia non ho dato un esame e sono stata assente dal blog per così tanto tempo da non poter fare nè post a tema nè gli auguri per le feste, ma suppongo di non potermi lamentare.

CoseNatalizie

Spero che abbiate passato anche voi un bel Natale e mi auguro che non vi siate imbattuti (o che non vi scontriate prossimamente) con l’influenza pazzesca che gira quest’anno (e che qui da noi ha colpito tipo il 50% della popolazione). Se avete voglia di raccontarmi qualche vostra impresa natalizia sarò ben lieta di leggere i vostri commenti. 😉

A presto (salute permettendo),

– Iya&Ceres –

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2 Risposte a “Lazzaretto – resoconto tragicomico di un’influenza pre-natalizia”

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