Welcome to the N.H.K. (Flashpost)

Per cominciare in bellezza questo 2018 ho deciso di parlare dell’ultimo anime visto lo scorso anno: Welcome to the N.H.K.

Questo cartone, che potete trovare già doppiato in italiano su YouTube, è stato consigliato in un video di uno youtuber che ho da poco iniziato a seguire e che approfondisce tematiche di ogni tipo, partendo anche da cose semplici ed estrapolando delle riflessioni. Il suo canale si chiama WesaChannel e vi posto il video in questione qui sotto, qualora siate interessati all’argomento o al suo lavoro.

Come avrete intuito dal titolo del video, l’argomento principe di quest’opera, composta di 24 episodi e risalente al 2006, è il fenomeno degli Hikikomori, ovvero l’isolamento volontario dalla vita sociale, che è sempre più frequente in Giappone (ma non solo).

Trama

Tatsuhiro Sato è un giovane che vive chiuso in casa da ormai 4 anni, mantenuto a distanza dai genitori. Ha abbandonato l’università a cui si era iscritto e, di punto in bianco, ha iniziato a distaccarsi dal mondo esterno e dalla vita sociale, diventando un vero Hikikomori. Un giorno alla sua porta bussa una signora, interessata a far propaganda su questioni sociali, accompagnata da una giovane ragazza. Nonostante Sato chiuda immediatamente la conversazione con le due, la ragazza, Misaki Nakahara, mostrerà interesse nei suoi confronti e si presenterà nuovamente, proponendo al protagonista di sottoporsi ad una terapia per guarire dal suo stato di Hikikomori.

Welcome to the NHK è un bel cartone?

Nonostante io abbia a lungo meditato, durante e dopo la visione di questo titolo, sulla qualità del cartone non sono ancora riuscita a darmi una vera e propria risposta, forse proprio per la particolarità del tema che propone e del modo in cui viene trattato.

Iniziando a vedere l’anime si ha da subito l’impressione che sia datato. I disegni sembrano in alcuni tratti poco curati, i visi a volte risultano piuttosto distorti e i colori tenui della gran parte delle ambientazioni e dei personaggi contribuiscono a dare la sensazione di anime vecchio. Eppure il 2006 non è poi così lontano…

Altra cosa da evidenziare è il fatto che l’anime non risulta particolarmente avvincente.
Ma quale vita di un Hikikomori lo sarebbe?
A parte qualche situazione curiosa, a mandare avanti nella visione del cartone non è tanto la smania di sapere come andrà a finire, quanto piuttosto la curiosità di vedere come evolverà la condizione mentale e fisica del/dei protagonisti. Perchè Sato è l’Hikikomori sotto ai riflettori, ma non è l’unico ad avere i suoi problemi, i suoi momenti bui, le sue crisi.
Da questo punto di vista, presumo che l’anime riesca a raggiungere proprio ciò che si era prefissato: trattare questioni difficili e amare senza banalizzare il problema, senza trasformarlo in una grande storia d’amore o in una grande avventura pur di tener il pubblico appiccicato allo schermo, anche a costo di sembrare noioso o ripetitivo in alcuni momenti.

Citerei poi le rappresentazioni surreali delle ansie di Sato, delle sue paure: tutto questo viene espresso animando l’ambiente che circonda il protagonista, cosicchè ci ritroveremo frigo, microonde e altri elettrodomestici di casa in grado di parlare e di infierire sul povero Hikikomori. Queste scene possono sembrare assurde all’osservatore (e ad un certo punto avevano anche iniziato ad infastidirmi) ma credo contribuiscano a dare l’impressione di ambiente opprimente, del fatto che, in situazioni come quella narrata, lo stesso star in casa da solo e abbandonato ai propri pensieri peggiori la percezione di se stessi e del mondo. Le scimmiette che spuntano da ogni lato, ridendo di ciò che si fà, si pensa, si dice… quelle invece, nella loro astrattezza, le ho sentite dannatamente reali.

Welcome to the NHK è un titolo che mostra e fa riflettere su molte cose: la solitudine, la fragilità umana, il suicidio, la percezione della realtà e le necessità di sopravvivere, di trovare uno scopo, qualcuno per cui essere importanti, di adattarsi a un futuro diverso da quello desiderato.

Non è un anime leggero, probabilmente non è un anime per tutti e non sono ancora sicura si possa considerare in toto una bella opera, o se magari tutto ciò poteva essere mostrato in maniera divera o migliore. Sicuramente, però, posso garantirvi che riuscirà a smuovere qualcosa all’interno di chi sarà vorrà “ascoltare”, quindi non posso esimermi dal consigliarvelo.

Mi dispiace che il primo post dell’anno sia così confuso e pesante, ma volevo assolutamente parlarvi di questo titolo (pur non avendo ancor chiaro, neanche io, cosa suscita in me) sperando possa interessarvi e incuriosirvi.
Se avete visto l’anime o letto il rispettivo fumetto fatemi sapere come vi sono parsi e cosa vi hanno fatto provare.

A presto,

Iya&Ceres

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2 Risposte a “Welcome to the N.H.K. (Flashpost)”

  1. Non te lo dico che iniziai a vedere l’anime, mi piacque ma poi non ho avuto modo di finirlo e nel mentre presi il manga e addirittura il romanzo e non ho letto nulla nè finito di vederlo.
    Non te lo dico affatto.
    Questo sarà l’anno buono in cui lo riuscirò a vedere/leggere?

    1. Ahahah, sono contenta che tu NON me l’abbia detto.
      Ma sì, sono sicura che questo sarà l’anno buono! Almeno per recuperare letture e anime che ci interessano… 😛

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