I Nani

Dato che Nyu me l’ha richiesto (la mia prima rischiesta!) vi parlo dei piccoli nanetti che stiamo ospitando a casa. Per farlo, però, dobbiamo fare un passo indietro e partire dall’inizio.

Foto de I Nani, direttamente dal post precedente…

Ho una casa in campagna, in cui mia nonna alleva animali e coltiva frutta e vegetali per il nostro consumo domestico. Da che ne ho memoria, abbiamo sempre avuto gatti in questa casa, ma, come si può ben immaginare, non sono animali molto addomesticati: gli si dà un po’ di crocchette, gli avanzi del cibo e accesso alla stalla, ma per il resto vivono liberi, cacciando topi e scorrazzando per il mondo. Questo stile di vita libero e selvaggio potrebbe sembrare l’ideale per un gatto, ma porta con sè delle ovvie conseguenze. Infatti, per via del loro girovagare e di qualche vicino non particolarmente amante dei gatti, il numero di questi animali è mantenuto costante nonostante non siano castrati o sterilizzati perchè c’è un continuo ricambio. Alcuni scompaiono, altri vengono ritrovati morti mesi dopo… fatto sta che la vita media del più di loro si aggira sull’anno e mezzo e la massima è di 3 anni.

Ovviamente è una situazione che non mi riempe particolarmente di gioia, ma non posso neanche farci granchè, dato che mia nonna è irremovibile su alcune scelte e dato che in questo contesto campagnolo vige la filosofia “meglio una vita breve ma libera piuttosto che lunga rinchiusi in appartamento“. E, da una parte, potrei anche essere concorde, se non fosse che ho sempre la sensazione che alcuni vengano fatti fuori da estranei per futili motivi (e questo mi fa imbestialire).

Detto ciò, in questo instabile contesto è nata una nuova cucciolata di micini, composta, appunto, dai due nani in questione. Sembrava che tutto andasse per il meglio ed eravamo stupite nel vedere che anche mamma gatta, che con la scorsa cucciolata ha dimostrato l’istinto materno di un sasso, al punto che per farle allattare i cuccioli l’abbiamo dovuta chiudere per settimane in casa con solo i due piccoli, si stava impegnando. Poi, però, mamma gatta è scomparsa e non ha più fatto ritorno e i cuccioli, che avevano solo una settimana, hanno rischiato di fare una brutta fine.

Ed è così che, a pochi giorni dall’inizio delle mie vacanze sarde (vedi qui, qui, qui e qui), mia madre mi comunica che ha portato i nani a casa mia, che si sta occupando lei di allattarli… e che questo gravoso onere di badarli, al mio ritorno, sarebbe stato scaricato sulle mie spalle.
[Grazie mamma, che prendi sempre le decisioni al mio posto senza consultarmi. Grazie tante.]

Sono quindi pronta a presentarvi I Nani:

Attenta a cosa fai con noi…

Cosa posso dire de I Nani?

Innanzitutto, che sono adorabiliquando dormono! Perchè da svegli sono iperattivi come tutti i cuccioli e quando devono mangiare vengono posseduti dal demonio. Ancora pigolano al posto di miagolare, ma quando li metti davanti alla siringa con il latte (perchè ancora fanno una certa difficoltà a bere dal piattino) diventano indemoniati, si arrampicano con le loro tenere e dolorosissime unghiette sulle gambe, perforando con estrema facilità qualsiasi pantalone, si azzuffano a vicenda per avere la precedenza e, se non vengono immobilizzati anteriormente durante l’allattamento, iniziano a graffiarsi da soli, muovendo le zampette come se stesseo nuotando, per cercare di acchiappare la siringa.
Dei piccoli geni, insomma.

Sono due maschietti e nonostante siano fratelli, sono abbastanza diversi tra di loro.

Il più piccolo è quello un po’ meno autonomo, che impiega più tempo per imparare a mangiare autonomamente, ma per questo è quello più feroce e spietato quando ha fame e deve bere dalla siringa. E’ quasi ingestibile, in certi momenti! Ha sviluppato meno anche fisicamente, rimanendo un po’ più corto dell’altro, un po’ più goffo e con lo sguardo ancora un po’ perso. Gioca spesso con il fratellino, ma gradisce molto anche fare delle belle pause sulle sue “mamme” (ovvero io e mia madre, coloro che li sfamano) e dormire ciucciandosi la zampetta, come farebbe un bambino piccolo con il pollice.
E’ un po’ il mammone dei due!

Perdonate le immagini mosse, ma i nani non stanno mai fermi!

Il più grande, invece, oltre ad essere cresciuto più velocemente, è anche quello più intraprendente e che apprende prima. Questo deve essere legato al fatto che, quando mia nonna si è resa conto che mamma gatta non si vedeva da un po’, lui era quello che più ne aveva risentito ed era talmente mal messo che non riusciva più neanche a miagolare. Per questo motivo è stato, presumo per istinto di sopravvivenza, quello che ha imparato in fretta ad adattarsi anche all’allattamento artificiale e che quindi ha superato in breve tempo il fratellino nella crescita. E’ un gran giocherellone e cerca sempre di predare il fratello per gioco, preparando agguati e lanciando sfide (tra l’altro vederli mettere di fianco e gonfiarsi per sembrare più grossi, ma rimanere delle dimensioni di un nano-peto, mi fa sempre morire dal ridere).
Anche lui ama le coccole, ma solo quando ha corso in lungo e in largo per casa, quando lo prendi in braccio e inizi a fargli i grattini sul pancino o sulla testa. A quel punto cade nel mondo dei sogni e ci rimane anche se il più piccolo abbandona la sua posizione comoda sulla “mamma” e inizia a morderlo prepotentemente perchè vuole giocare.

Nonostante richiedano ancora non poche attenzioni, sono due amori e devo dire che mi ci sto affezionando. Però non hanno ancora dei nomi, perchè non è certo che rimangano qui da me.
Mia nonna è convinta che verranno riportati in campagna e mia madre, nonostante sotto sotto li adori alla follia, non fa che lamentarsi del fatto che non può stargli dietro e che la nostra gatta li odia. Cosa non del tutto falsa, in realtà, ma perchè nessuno li ha fatti avvicinare gradualmente e lei, che è un gatto abbastanza poco socievole (e pure un po’ stupido), si è ritrovata due cose lamentose e puzzolenti nella sua proprietà. Pare che un pochino si stia abituando alla loro presenza, pur continuando ad odiarli, ma sembra proprio che mia madre sia intenzionata a rimpatriarli appena saranno autonomi a tutti gli effetti.

Dopo la fatica che abbiamo fatto per salvarli, riportarti in un posto in cui vivrebbero al massimo 2 anni mi sembra un pochino triste, ma dato che a breve ricomincerò con gli impegni universitari e che, comunque, è mia madre a spesare le bestiole di casa, so di non avere molta voce in capitolo.

Chissà come andrà a finire… Intanto cerco di godermeli e curarli al meglio, senza farmi troppe illusioni.

Ninne su “mamma”

Avete esperienze simili con gli animali? Siete per la “vita wild” o per far crescere i gatti in ambienti relativamente protetti? Fatemi sapere cosa ne pensate.

A presto,

Iya&Ceres

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2 Risposte a “I Nani”

  1. Che pucciosiiii.. sono troppo carini!
    Io ho i gatti in casa e non posso proprio farli uscire ma a volte penso che sarebbe bello vederli giocare in un prato.. di contro so bene che la maggior parte dei gatti che vivono in campagna liberi senza vaccini o senza essere sterilizzati e curati, hanno una vita davvero breve perchè i pericoli che ci sono in giro sono veramente tanti.
    Credo di non potermi schierare da nessun lato perchè capisco perfettamente le due ragioni. Per quel che mi riguarda li tengo in casa con qualche rimpianto per la limitata libertà, ma so che, se non ci sono problemi gravi, vivranno a lungo nel miglior modo che posso offrirgli (Totoro ha già 10 anni abbondanti.. come può avere già 10 anni? mi sembra ieri quando l’ho portato a casa!).. :s

    1. Anche io sono abbastanza neutrale sulla questione, alla fine mi basta che gli animali vengano trattati decentemente e accuditi se serve, ma mi dispiace vederli sparire sempre con tanta facilità, soprattutto quando ti fai in quattro per assicurarti di allungargli la vita. Molte delle ultime cucciolate, sempre a casa in campagna, hanno avuto problematiche agli occhi e alle vie respiratorie e abbiamo sempre cercato di aiutare i piccoli al meglio… per poi vederli sparire qualche mese dopo. E’ abbastanza frustrante e demoralizzante.
      Qui da me i gatti possono stare sia dentro casa che fuori, il che, per il mio punto di vista e per le mie esperienze passate, sarebbe l’ottimale: possono girovagare per la via e contemporaneamente essere curati in casa e rifocillarsi e riposare (prendendosi le coccole) qui. Però, negli ultimi anni, anche nella mia vietta tranquilla sono spariti diversi gatti… non ci sono più certezze. u.u

      Il tempo vola, soprattutto se si parla degli amici pelosi a quattro zampe.
      Le mie prime gatte sono vissute 13 e 15 anni. Sono cresciute con me ed erano praticamente delle sorelle. Mi è dispiaciuto quando se ne sono andate, ma so che hanno fatto una bella vita e che le abbiamo sempre trattate bene, quindi ho accettato il trapasso RELATIVAMENTE a cuor leggero.

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