Bunraku – Quando la trama non è tutto!

Finalmente sono riuscita a vedere un film su cui avevo posato gli occhi da tempo e che mi incuriosiva moltissimo. Come avrete capito dal titolo, sto parlando di Bunraku, film d’azione americano del 2010.

bunraku

Trama

“Molto tempo prima della comparsa dell’uomo, il conflitto era già una componente implacabile della vita. Le creature condividevano la terra con altre creature, ma era solo una questione di tempo, perché prima o poi avrebbero lottato per la supremazia sulle risorse.

Gli uomini non erano diversi, anche loro subivano il fascino perverso della violenza. L’uomo e la civiltà si prodigarono per inventare soluzioni sempre più innovative per annientare esseri umani, a discapito di ciò che è necessario per la sopravvivenza.

Esistono molti uomini per uccidere un uomo. Poi esiste un modo per fare il pane o per fare l’amore. Mentre questi ultimi sono limitati, l’uomo ha superato ogni possibile immaginazione e con la sua capacità di distruggere la vita, ora gli basta solo premere un pulsante. Tra il crimine incontrollato che regna per le strade e la guerra crescente alla frontiera, era solo una questione di tempo… *boom*
… dalle ceneri nacque un mondo nuovo. Le nazioni superstiti finalmente realizzarono che l’inarrestabile sete di distruzione dell’uomo doveva essere contenuta. Venne rigorosamente applicato un divieto per tutte le armi da fuoco e, proprio come la spada cedette il passo alla pistola, la pistola lasciò il posto alla spada, permettendo alle autorità di portare pace e speranza alle loro nazioni sulla punta di una lancia, ignorando che la natura autodistruttiva dell’uomo non poteva essere fermata. Non c’è abbastanza amore, in questo mondo, o abbastanza denaro, per permettere che questo eterno cerchio venga interrotto.

Quando il tempo sarà maturo, il male prenderà il sopravvento. Nel nostro caso, viene personificato da un taglialegna: Nicola è il suo nome, e questa è la sua città, la sua terra, un luogo dimenticato da Dio, dove la nostra storia ha inizio.

E come esistono infiniti modi per uccidere un uomo, esistono infiniti modi per raccontare questa antica storia di lotta.

L’introduzione del Narratore

La trama di questo film è piuttosto semplice: il paese è governato dallo spietato Nicola, che ha instaurato una specie di dittatura e, grazie ai suoi fedeli “9 Killer” e ai numerosi leccapiedi, mantiene il controllo assoluto della zona. Un giorno, però, a bordo di un treno, arrivano due stranieri solitari, ognuno con la propria storia e il proprio obiettivo, ma che si ritroveranno a lottare uniti contro un nemico comune.

Personaggi

Numerosi sono i personaggi che si muovono e si scontrano in questo coloratissimo film, ma i protagonisti con una reale caratterizzazione sono una manciata e non tutti ci svelano il proprio nome.

Inizierei a introdurvi Il Vagabondo (Josh Hartnett), uno degli stranieri solitari che giunge in città, alla palese ricerca di qualcosa. Non ci verrà svelato il suo vero nome, ma fin da subito è chiaro che sà menare forte e non ha intenzione di mollare prima di aver raggiunto il suo obiettivo.

“C’è sempre qualcuno più potente di te”.

Il Vagabondo

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Allo stesso modo, Yoshi (Gackt), un coraggioso samurai giapponese, si recherà a trovare lo zio, in cerca di risposte, ma finirà per mettersi nei guai. Presto scoprirà che, per ottenere ciò che desidera, dovrà lottare molto più duramente di quanto si aspettasse.

“La vita è un bene che ogni uomo considera prezioso. Ma l’uomo buono ritiene che l’onore sia molto più prezioso della propria vita. Soprattutto se l’uomo in questione è giapponese!”

Narratore, riferendosi a Yoshi

yoshi

A guidarli nella direzione giusta (dopo essersi goduto diverse risse e scontri all’ultimo pugno) ci sarà Il Barista (Woody Harrelson), un uomo che crede nella giustizia e spera ancora di potersi liberare dal dominio del freddo Nicola, con cui ha dei conti in sospeso.

“La gente ha bisogno di qualcuno a cui ispirarsi. Non è detto che debba essere il più forte. A volte è solo colui che trova la strada giusta.”

Il Barista

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A reggere la trama ci sono poi, ovviamente, i cattivi: Nicola e i suoi sottoposti.
Nicola (Ron Perlman) è un uomo molto potente, che non si fa scrupoli per ottenere ciò che vuole. Così ha ottenuto il potere e così lo mantiene. Ma anche in Nicola, ormai segregato nella sua dimora per non svelare il reale aspetto, inizia a nascere il desiderio di trovare qualcuno veramente alla sua altezza.

“Se vuoi uccidere un uomo come me sarà meglio che lo pugnali alle spalle, è questo il trucco. L’uomo d’onore… beh, è duro a morire, ma anche lui muore. Gli uomini come me (…) sono in grado di comprendere che la vittoria non riguarda chi ha ragione, ma chi resta. Vedi queste mani, figliolo? Queste mani hanno preso la vita di centinaia di uomini; questi occhi hanno visto gli ultimi respiri fluire da centinaia di polmoni e questi piedi hanno calpestato centinaia di stolti che pensavano di uccidermi. Ma il mio cuore ancora pulsa forte e aspetta qualcuno che sia alla sua altezza.
(…) Vuoi sapere la verità, figliolo? Tutto si riduce al giorno dopo. Quando sorge il sole e capisci che la vita va avanti. Non c’è nessun giudice  nel momento della morte.”

Nicola

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Unico altro villain che spicca tra le schiere di soldati del Taglialegna è Killer n°2 (Kevin McKidd), un uomo violento che usa la propria bravura nel combattimento per tenere a bada coloro che sfidano il capo o per punire severamente chi si mostra inadatto a servirlo. Un uomo senza sentimenti, che vive solo per assaporare il momento della vittoria.

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Commenti

Come sarà ormai chiaro a quanti di voi sono arrivati a leggere fin qui, a livello di trama e personaggi il film non ha nulla in più da offrire rispetto ad altri titoli. Dunque, perchè ve ne sto parlando?

Perchè ho trovato che questo titolo, nella sua linearità, sappia affascinare lo spettatore grazie al fantastico comparto visivo e intrattanere con i suoi scontri improntati come se fossimo in un videogame (con tanto di nemici comuni, boss dell’aria e final-boss)

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Gli scenari sono bellissimi, molti sfondi e ambientazioni richiamano lo stile giapponese ed è quasi strano vederci muovere personaggi di ogni tipo, come lo stesso Vagabondo, che ricorda un cowboy, o alcuni Killer del Taglialegna, che sembrano usciti da un film gangster. Porte che scorrono e luci colorate creano atmosfere particolari e non tutto viene mostrato direttamente, ma raccontato dalle ombre o espresso con qualche altro espediente.  A volte, come il titolo lascia intendere, tutto viene spiegato come in uno spettacolo in stile Bunraku (tipo di teatro giapponese in cui i personaggi sono grandi marionette, manipolate da sagome nere), mentre altre volte le città e gli sfondi scivolano via come se il mondo fosse un enorme libro pop-up. Non per altro…

“Ogni uomo deve avere un hobby. Il mio è creare buffi pop-up.”

Il Barista

barista

La narrazione, a tratti scherzosa, è lasciata alla voce fuoricampo, e il comparto audio è travolgente, con musiche molto varie  e suoni enfatizzati che a volte richiamano lo stile dei videogiochi. Mi è piaciuto molto questo uso degli effetti sonori, come ad esempio quando alla soundtrack si somma il ritmo scandito dal bastone del Killer n°2, in attesa, che crea una base molto ritmata per gli scontri che stanno avvenendo nelle altre stanze.
[Scusate se sono stata poco chiara nell’esprimere quest’ultimo concetto; confido che, se guarderete il film, sarete in grado di capire di cosa sto parlando!]

sottotitoli-ai-dialoghi
Le ultime parole famose… Comunque ho apprezzato molto anche la scelta di trattare i sottotitoli alla lingua giapponese come dei veri e propri dialoghi di un fumetto.

A scene di combattimento molto coreografiche si affiancano piccoli siparietti che fanno sorridere e tutto questo, sommato ai sopracitati reparti visivi e sonori, rende l’opera discretamente godibile e abbastanza scorrevole.

Gli attori, pur non sono sempre perfetti (a parte Killer n°2, che è talmente viscido da mettere i brividi), sembrano nati per interpretare questi ruoli. Lo rivedrò sicuramente in lingua originale, un po’ perché alcuni dialoghi mi sono sembrati un po’ sconnessi o incompleti, ma anche perché la voce del solitario protagonista, Josh Hartnett (che io conosco per l’importante ruolo in Penny Dreadful) ha un tono molto diverso e molto più adatto al personaggio.

Concludendo

Sarà ormai chiaro a tutti che questo film mi è piaciuto moltissimo e l’ho apprezzato ancora di più perchè evidenzia un concetto che mi ritrovo a pensare spesso, ovvero che non servono trame ultra-complesse o colpi di scena improbabili per creare una bella opera. Certo, se ben gestiti sono degli ottimi aiuti, ma anche delle scelte stilistiche particolari possono contribuire a creare un titolo unico. E questo, per me, è l’effetto che fa Bunraku.

Forse qualcuno potrebbe trovarlo troppo pacchiano o un po’ troppo confusionario, presumo che sia anche una questione di gusti, ma mi sento veramente di consigliarlo a chi cerca un film d’azione che si distacca dai soliti canoni da “americanata semplice” o chi è incuriosito dai titoli coloriti e con atmosfere particolari.

Se lo avete visto, come al solito, non esitate a farmi sapere cosa ne pensate, sia che il film vi sia piaciuto, sia che vi abbia annoiato, che il confronto è sempre gradito ospite in questo blog!

A presto,

Iya&Ceres

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3 Risposte a “Bunraku – Quando la trama non è tutto!”

  1. Hai fatto una recensione bellissima!
    Anche a me è piaciuto questo film.. certo, è un po’ particolare nei suoi scenari inverosimili ma è davvero interessante e i personaggi restano impressi.

    1. Grazie Nyu! 😀

      In realtà non sai che devo ringraziare te per la scoperta di quest’opera fantastica: prima di scrivere il post mi sono ricordata che il titolo lo avevo trovato leggendo in un qualche blog… E ho realizzato che qualche mese fa, bazzicando nei tuoi vecchi articoli in cerca di titoli interessanti da vedere , ero rimasta proprio affascinata da Bunraku.

      Ergo… Grazie mille per farmi scoprire opere così particolari , anche anni dopo averne parlato! XD

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