Lo so.
Faccio tanti discorsi sull’essere forte, sul non avere paura, sul non lasciarsi andare a quell’angolo di buio dentro ognuno di noi.
Ma in realtà, come tutti, ho anche io le mie eclissi.
E la sento.
Sento la rabbia per quello che ho subito, o per quello che non ho avuto. E la cosa che più temo, forse, è quel faccia a faccia che mi colpirà nuovamente, in pieno petto o, peggio, alle spalle.
Aspetto il faccia a faccia, temendo lo scontro che ne deriverà… o ancor più il silenzio che potrebbe sostituirlo.
So cosa penso, cosa sento e sono totalmente convinta sia la scelta giusta. So cosa dovrei dire e cosa non dovrei lascirmi sfuggire. So che non dovrò lasciar spazio a tentennamenti e tantomeno dar voce a tutta l’irache sto cercando di cancellare. Ma temo quel momento, l’incontro, e tutte le emozioni che farà riemergere. Ho paura di incrociare quello sguardo, perchè potrei dargli nuovamente più umanità e profondità di quella che realmente nasconde.
Una parte di me, la più codarda, vorrebbe rimandarlo per sempre. Vorrebbe fuggire ogni volta ci sia il pericolo di riaprire quella ferita. La parte più saggia sa che non ho niente da temere e cerca di darmi la forza per tenere fede alle mie stesse parole, alla mie volontà, perchè è consapevole che finirei per odiarmi se diventassi incoerente come chi mi ha causato questa cicatrice.
Così terrò durò, un momento ancora, un giorno ancora, finchè quest’eclissi non si allontanerà tanto da non essere più un pericolo per me. In ognuno di quegli istanti di sconforto ripenserò a ciò che mi muove, alle mie motivazioni e ritroverò la ragione.
Tu che leggi questo messaggio nella bottiglia, perso tra le onde dell’oceano, che mi dici?
Affronti le tue sfide? Cosa ti da coraggio e cosa ti spaventa?
Io non posso darti altro consiglio se non quello di non lasciarti abbattere. Che la paura non serve, che l’unica cosa che premia è l’essere coerenti con se stessi. Tu va e spacca il mondo, così come sto cercando di fare io.
