Omosessualità: intervista a un ragazzo gay [#BeProud]

Salve a tutti,
eccomi con la seconda intervista per questo mini-progetto intitolato #BeProud e realizzato nel mese del Pride per dare voce alle esperienze di persone appartenenti alla comunità LGBT.

Oggi parliamo di omosessualità e, per la precisione, di cosa significhi essere un ragazzo gay. Ce ne parla Francesco, un ragazzo molto gentile che ho avuto la fortuna di conoscere qualche anno fa e con cui ho condiviso parecchi momenti, tra cui il primo Pride. Ma lascio che l’ospite si presenti da solo.

Ciao, sono Francesco e ho 26 anni. Mi ritengo un ragazzo come tanti altri, ho molto interessi tra cui natura e animali, i viaggi, l’arte e il disegno e la buona cucina.

Quando hai realizzato di essere gay? C’è stato un evento specifico che ti ha aiutato a far chiarezza sulla tua sessualità?

Il periodo in cui ho capito di essere omosessuale è coinciso con quello dell’adolescenza, in particolare durante la scuola media. Sinceramente non c’è stato un solo evento preciso che me l’abbia fatto capire: questa consapevolezza è cresciuta grazie all’interazione e socializzazione con amiche e amici, alla prima cotta per un cantante o per un attore famoso. Insomma, con le piccole esperienze quotidiane.

Come reagiscono le persone quando fai coming out? La paura di esporsi e per le reazioni degli altri diminuisce con il tempo?

Per il momento fortunatamente hanno reagito tutti bene, anche perché ho fatto coming out in maniera esplicita solo con le persone con le quali mi trovo più a mio agio. La paura di non essere accettati o di reazioni non piacevoli purtroppo non passa con il tempo, anzi… Secondo me una maggiore facilità nel fare coming out non dipende dal tempo trascorso, bensì dall’essere consapevoli e accettarsi a pieno per come si è, non dando peso al giudizio che possono avere gli altri.

Quale è stato il momento più nero della tua crescita e quale, invece, quello che ti ha dato più forza?

Il periodo più nero è stato quello dell’autoconsapevolezza della mia sessualità, del tentativo di accettazione di me stesso e del confronto con i bulli della classe (nonostante non fossi dichiaratamente omosessuale). Il momento che invece mi ha dato più forza è stato quando ho iniziato a incontrare e a frequentare altri ragazzi omosessuali, momento in cui ho capito di non essere da solo, in cui ho iniziato veramente ad accettarmi e ad aprirmi su certi argomenti, per me tabù fino ad allora.

Due notizie dell’ultimo mese. Trovate gli articoli relativi su gay.it.

Stereotipi e miti sui gay da sfatare.

Sicuramente il fatto che la parola gay per molti è sinonimo di “effemminato” e che una lesbica sia un  “maschiaccio”. Inoltre c’è chi pensa che i gay siano tutti HIV positivi e che gli omosessuali ci provino con tutti quelli del proprio sesso. Ovviamente esistono anche questi casi, ma è sbagliato far di tutta l’erba un fascio. Inoltre la sessualità è solo una componente dell’individuo, che lo caratterizza, ma non è l’unica e nemmeno la principale.

Fanatici degli yaoi e gente che fantastica su ship omosessuali in film/anime: divertente o fastidioso? È un comportamento che può aiutare a normalizzare una situazione o che rischia di generare altro pregiudizio?

A me personalmente non danno alcun fastidio, perché dovrei essere infastidito? L’omosessualità esiste ed è giusto che se ne parli anche con questi mezzi. Purtroppo, come per tutte le cose che passano in tv/internet, il messaggio che arriva allo spettatore dipende molto dalla persona in sé, da come è in grado di recepirlo e di rielaborarlo.

Incontrare nuove persone: è difficile trovare qualcuno nella tua posizione con cui confrontarti o ricercare un partner? Quanto aiutano le app di incontri?

Non è difficile trovare persone con cui confrontarsi, ma è difficile trovare quella giusta con cui farlo (come del resto accade spesso anche agli eterosessuali). Il problema per gli omosessuali risiede nel fatto che la maggior parte, per paura, non si vuole esporre, oppure non frequenta locali LGBT (anche per mancato interesse o perché non ve ne sono nella propria zona). Per queste varie ragioni le app di incontri sono molto utili, ma molto spesso il fine degli utenti che le utilizzano è il divertimento piuttosto che una semplice amicizia o un confronto.

Omosessualità in Italia: pensi si stiano facendo passi in avanti? Cosa vorresti veder cambiare?

In Italia, piano piano, il mondo LGBT sta acquisendo i diritti che gli sono propri, ma purtroppo ancora, in generale, non c’è un clima di accettazione paragonabile a quello di altri paesi europei. Molti italiani sono legati alla tradizione (spesso connessa all’ideologia cattolica) e hanno timore dei cambiamenti e che questi possano determinare uno stravolgimento del “mondo” e dei “valori” a cui sono abituati.

 

Cosa consiglieresti a una persona che dubita della propria sessualità/che capisce di essere gay?

Gli/le consiglierei di fare ciò che si sente, ma rispettando i suoi tempi e di non forzare nulla. Consiglierei (anche se so che è difficile) di non aver paura del giudizio degli altri, perché le persone che ti vogliono davvero bene lo fanno a prescindere dalla tua sessualità.

Cosa ti aspetti da un alleato?

Non mi sento di dare consigli agli alleati. Secondo me i sostenitori dei diritti LGBT stanno facendo un ottimo lavoro. L’ideale, secondo me, è procedere per gradi, far digerire “la pillola” alle persone meno propense o intimorite da questa realtà a loro sconosciuta. L’unica cosa che vorrei aggiungere riguarda i Pride: questi sono un buon momento per aggregarsi, farsi sentire e far festa, ma senza che tutto degeneri in una “carnevalata”. Troppo casino e l’esibizionismo insensato del singolo possono, a mio avviso, compromettere il senso dell’evento e il messaggio che si cerca di trasmettere.

Take Home Message o qualcosa su cui vorresti puntare l’attenzione.

Ciò che mi preme molto di questo tema è il fatto che molto spesso la persona non viene più identificata come tale, ma etichettata o inquadrata solo come “omosessuale” e tutto il resto passa in secondo piano. La sessualità è un aspetto della persona ma non deve essere considerato il principale e mi dà fastidio il fatto che una persona possa arrivare a sentirsi in dovere di fare coming out. A chi ti sta vicino non dovrebbe importare il tuo orientamento sessuale e secondo me il coming out deve subentrare nel momento in cui ci siano fraintendimenti, altrimenti non avrebbe molto senso esporre un lato privato di sé.

Come siamo messi in termine di accettazione, protezione o condanna dell’orientamento sessuale, a livello mondiale? Ce lo dice ilga world. [Cliccate per ingrandire]
Ringrazio Francesco per averci raccontato qualcosa di sé e della sua esperienza.
Come sempre, per dubbi, pareri o possibili confronti sul tema potete lasciare un commento qui sotto!

A presto,

 

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9 Risposte a “Omosessualità: intervista a un ragazzo gay [#BeProud]”

  1. Che bella persona hai trovato! Ha dato splendide risposte.

    PS: Hai visto che la cosa che tu sai non è andata male? xD
    Love Love

    1. Sì, è una bella persona e posso confermare che è anche un ottimo disegnatore e un grande pasticcere.

      Ho visto e ti ho pensata. Volevo mettere una faccina per dire “sono salva” ma poi mi sembrava di distrarre troppo dal discorso serio e quindi ho preferito evitare. XD

    1. Nonostante la serietà nell’intervista, il buon Francesco, che è pur sempre un giovane simpaticone, ha deciso di rispondere a questo commento così:
      “😃👍”

      Grazie del commento!
      (questo da parte mia)

        1. Sto cercando di capire cosa ti abbia fatto pensare che non lo sia… avrò scritto qualcosa in modo ambiguo?
          Comunque per ora mi sono sempre definita etero, ma è possibile che non sia l’ “etichetta” che meglio mi rappresenti. Sto ancora indagando.

            1. Quando ho partecipato al Pride non l’ho fatto pensando a me, ma perchè reputo tutti debbano avere stessi diritti e possibilità di esprimersi. I dubbi concreti mi sono venuti più di recente.
              In realtà credo che “sessualità fluida” implichi un continuo mutare, mentre io credo di essere abbastanza stabile nella mia sessualità, solo che non l’ho ancora compresa del tutto.

            2. Beh, a questo punto potrei azzardare quasi a dire che hai partecipato ANCHE per te, per capirti… chissà 😉

              Moz-

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