Rivedere Inuyasha nel 2019

Salve a tutti,
ho da poco portato a termine una lunga e impegnativa impresa: recuperare tutto l’anime di Inuyasha con il mio ragazzo (che non lo aveva mai visto). Durante la visione non ho potuto che fare delle considerazioni sull’anime in generale, su come la mia percezione di quest’opera sia cambiata e di chiedermi come mai. Prima di perdermi in queste annotazioni, mi pare giusto fare una piccola introduzione.

Inizierei con il dire che Inuyasha è (e resterà sempre, a prescindere da come lo possa valutare ora) un titolo molto importante per me, considerando che è stato tra i primi che io abbia visto sulla buona e vecchia MTV e che mi ha accompagnata per tutta la mia adolescenza,terminando ad inizio dei miei primi anni da universitaria. Dalla sua prima puntata nella tv italiana, nel 2001, Inuyasha mi ha accompagnata per ben 10 anni, terminando con la serie The Final Act nel 2011. Penso sia quindi facile capire come mai questo anime generi in me tanta nostalgia.

Detto questo, possiamo iniziare a parlare della storia.

Trama

Kagome Higurashi è una studentessa delle medie e vive con la sua famiglia in un tempio. Il giorno del suo quindicesimo compleanno la ragazza, in cerca del suo gatto, si avvicina al pozzo del tempio, da cui escono delle mani che la afferrano e la trascinano al suo interno. Tuttavia il pozzo si rivela essere un passaggio per l’epoca Sengoku e Kagome si ritrova bloccata nel passato, con il demone che l’ha afferrata al suo inseguimento. La ragazza s’imbatterà quindi in Inuyasha, un mezzodemone sigillato ad un albero, e poi in Kaede, la sacerdotessa del villaggio vicino. Kagome, che si scopre essere la reincarnazione di Kikio, sorella maggiore di Kaede e sacerdotessa dai grandi poteri spirituali, verrà nuovamente attaccata per via della Sfera dei Quattro Spiriti custodita nel suo corpo e per difendersi, in un momento di disperazione, scioglierà il sigillo di Inuyasha, affinchè questo elimini il suo aggressore. Per una serie di eventi la Sfera dei Quattro Spiriti, oggetto in grado di esprimere qualsiasi desiderio, viene prima estratta dal corpo della giovane, poi rubata e, per mano della ragazza stessa e del potere spirituale delle sue frecce, distrutta in piccoli frammenti, che si disperdono in ogni direzione.

Considerando la pericolosità di ogni singolo frammento della Sfera, in grado di corrompere gli animi umani e di rafforzare il potere dei demoni, Kagome e Inuyasha si metteranno in viaggio per recuperarli, non sapendo ancora che finiranno per scontrarsi con Naraku, colui che, 50 anni prima, ordì il piano che portò alla morte di Kikio.

A loro, lungo la via, si uniranno il piccolo demone volpe Shippo, il monaco Miroku e la sterminatrice di demoni Sango, accompagnata dal demone gatto Kirara, senza contare che il loro destino si intreccerà a quello di Sesshomaru, fratellastro di Inuyasha, a quello di Koga, giovane demone lupo e capo della tribù Yoro e a molti altri personaggi, coinvolti direttamente dai frammenti della Sfera o, spesso, mossi come pedine dallo stesso Naraku.

Considerazioni

Volendo essere “sintetica”, ecco i punti che maggiormente mi hanno fatta riflettere durante questa nuova visione della serie animata di Inuyasha:

  • Perchè “Inuyasha”?
    La prima cosa che ci tengo a sottolineare è che non capisco del tutto come mai Inuyasha sia considerato il personaggio principale della serie, al punto da prendere il suo stesso nome. Se gli occhi non mi hanno ingannata per tutti i 193 episodi, la protagonista è Kagome, fulcro di gran parte degli avvenimenti e di cui di solito seguiamo i pensieri, e per quello che riguarda il fattore “azione”, i singoli componenti del gruppo sarebbero stati spacciati se avessero agito da soli. Nonostante la forza fisica del mezzodemone e la sua potente arma, Inuyasha si è troppo spesso lanciato negli scontri senza riflettere, finendo per essere soccorso, aiutato e protetto dagli altri, per non dire che senza Kagome questo non sarebbe mai stato in grado di recuperare gran parte dei frammenti della sfera. Quindi: perchè questa scelta? E’ forse perchè una ragazza non può essere considerata la protagonista di uno shonen?

  • Atmosfera, storia e personaggi
    Un’altra cosa che, a rivederla ora, mi ha stupita è il fatto che, nonostante i toni piuttosto leggeri dati all’opera, la storia di buona parte dei personaggi di questo anime è abbastanza tragica: da Inuyasha, prima bullizzato per la sua natura di mezzodemone, poi imprigionato dalla donna che amava e che in realtà è morta per pura bramosia di Naraku, a Shippo che ha visto il cadavere di suo padre usato come pelliccia, da Miroku, che rischia di scomparire per via della stessa maledizione che risucchiò il padre anni prima, a Sango, che ha visto uccidere la sua famiglia per mano del fratello posseduto. Mi ricordavo, ovviamente, di queste svolte tristi, ma a rivederlo ora mi è venuto pensato che, forse per via della mia età, avrei preferito un approccio più serio e maturo, che la storia avrebbe benissimo potuto reggere. I personaggi stessi, che sono molti e abbastanza caratterizzati o differenziati tra loro, a volte sembrano un po’ troppo stereotipati e, a mio parere, se da un lato si finisce per amarli comunque, questo abbassa un pochino il livello dell’opera.

  • Recap e Flashback
    Inuyasha porta con se alcuni dei grandi problemi degli anime vecchi, tra cui dei lunghissimi recap e il fatto che agli stessi personaggi vengano fatte dire cose fuori luogo solo per fare il punto della situazione. Ho iniziato a pensare che tutto questo potrebbe essere dovuto al fatto che, in passato, la maggior parte di queste opere erano destinate ad essere trasmesse con la frequenza di un episodio a settimana, e quindi continuare per lungo tempo, per cui i riassunti potevano essere fondamentali per lo spettatore. Ma al giorno d’oggi ritrovarsi tutto questo ripasso forzato in ogni episodio ammetto risulti essere alquanto fastidioso. In particolare, in Inuyasha ci sono dei flashback che saranno stati ripetuti milioni di volte, come la lotta tra Kikio e Inuyasha, o la morte degli sterminatori di demoni per mano di Koaku. Arrivati ad un certo punto si finisce per disconnettersi dal mondo in quei momenti, tanto quelle scene ormai si conoscono a memoria, e inevitabilmente questo rallenta la visione e seda l’hype dello spettatore.
Vi prego, basta con questa scena. BASTAAA!!!
  • Filler
    Altro problema degli anime più datati (ad oggi pare che un pochino stiano cercando di limitarsi a riguardo) e l’immane presenza di episodi filler. Forse definirli “filler” è errato perchè non so se nell’opera cartacea questi siano presenti o meno, ma di sicuro sono episodi inconcludenti per la trama, inutili nell’approfondimento dei personaggi e la cosa che mi ha dato più fastidio è che sono tutti costruiti con lo stesso stampino. Se riguardavano Kagome, di sicuro erano episodi incentrati sulla sua vita da liceale “normale”, con la ragazza impegnata a recuperare lo studio per passare gli esami; gli episodi su Shippo vedevano delle bambine bisognose aiutate dal piccolo demone, che a quanto pare ha l’innamoramento facile; mentre negli episodi su Miroku, il giovane monaco finiva nei guai per qualche bella donna della zona. Insomma: ancora più insopportabili di altri filler.

  • Ti prego, muoviti!
    Altra bella caratteristica di questo anime è che, forse per prendere tempo e allungare un po’ il brodo, i personaggi spesso e volentieri non fanno ciò che dovrebbero/potrebbero fare oppure ci pensano delle ore prima di agire, facilitando l’intervento di amici o la fuga dei nemici. Il discorso vale per Inuyasha, per pur avendo un’arma in grado di fare determinate cose non la usa se non prova prima altre tecniche che sa per certo non possano funzionare, così come per Kagome, che potenzialmente potrebbe essere il personaggio più forte di tutto l’anime (in quanto rincarnazione di Kikio e per questo temuta dallo stesso Naraku) ma che evita di intervenire con le sue frecce perchè… perchè… boh, forse perchè ha paura di distogliere l’attenzione del povero protagonista Inuyasha?
Lancia. Quelle. Maledettissime. FRECCE!!!!
  • Ti prego, muori!
    Altra cosa che fa un po’ storcere il naso è il fatto che ci siano personaggi che sopravvivono a cose impossibili per un po’ troppe volte. Uno, nello specifico (che non voglio qui rivelare per evitare spoiler, ma penso che probabilmente lo sappia chiunque) sarebbe dovuto morire un sacco di volte e invece gli altri personaggi hanno versato lacrime inutili e noi abbiamo dovuto sorbirci flashback altrettanto inutili senza un motivo reale. Arrivati a un certo punto, si finisce per desiderare la morte anche di personaggi teoricamente positivi (molto teoricamente, a mio avviso), solo per avere finalmente un po’ di pace.
Vecchia Urasue, io TI ODIO. E tu sai perchè.
  • Sigle
    Una cosa che non è cambiata con gli anni, è il mio amore per molte delle sigle di apertura e chiusura di questa serie. Di sicuro, anche in questo caso, viene coinvolto il fattore nostalgia, fatto sta che Inuyasha rimane uno degli anime con le sigle, a mio parere, più belle che ci siano. Ovviamente non dico che tutte le sigle siano belle (al contrario di altri titoli che veramente non ne sbagliano una), ma molte sono orecchiabili, memorabili, alcune allegre, altre malinconiche. E ogni volta che riparte “I want to change the world” non posso fare a meno di iniziare a cantare.

[E si, per me la versione “originale” di Change The World è quella in inglese cantata da Massimiliano Alto, ovvero la prima sigla “italiana” di Inuyasha. Le altre sono state tenute come nella versione giapponese.]

Concludendo

Volendo fare un bilancio finale, non sono sicura che Inuyasha sia, ad oggi, un titolo del tutto valido e competitivo con molti altri shonen, per via dei molti difetti sopra citati. Di sicuro ha una trama di base interessante e sa regalare dei momenti divertenti e dei personaggi abbastanza memorabili, ma è decisamente troppo lungo e annacquato per quello che offre. Lo consiglierei a quanti volessero recuperare un titolo vecchio poco impegnativo, ma consiglierei di sicuro anche di saltare tutti gli episodi inutili ai fini della trama in sè. Io, dal canto mio, continuo a considerarlo un pezzo di cuore.

Per il resto, non ho di sicuro trattato ogni aspetto di quest’opera e quindi chiedo a quanti di voi lo abbiano visto di lasciarmi un feedback con le loro impressioni, i personaggi che hanno preferito o quelli che hanno odiato e un parere generale su Inuyasha, così da alimentare anche una possibile discussione a riguardo.

A presto,

 


Ps: le immagini inserite in questo post non mi appartengono e sono state utilizzate a puro scopo illustrativo.

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4 Risposte a “Rivedere Inuyasha nel 2019”

  1. Sai già qual’è il mio personaggio preferito di Inuyasha.. xD

    Essendo più “vecchia”, e quindi avendo visto l’anime in età più “avanzata” (‘na befana insomma), avevo già avuto un po’ di queste considerazioni ma tutto si è sempre giustificato a causa del grande successo ricevuto dalla storia. Episodi insensati, brodo allungato, cose trita e ritrita penso siano state d’obbligo per sfruttare a lungo la fama dell’opera. Anche il manga ha avuto momenti di “ebbasta” perché a mio parere ci sono state cose un po’ allungate ma tutto sommato è un’opera bellissima.

    1. Si, so già del tuo amore per Sesshomaru e devo ammettere che, a mio parere (ma anche a parer del mio ragazzo, che lo ama follemente XD), rimane uno dei personaggi migliori dell’opera, sia per l’estetica, che per la grande crescita che mostra lungo il corso della storia.
      Anche Koga, però, mi è stato sempre molto simpatico.

      Tutte queste problematiche in passato non le avevo notate, anche perchè gli episodi avanzavano molto lentamente su Mtv e quindi, vedendo il tutto diluito nel tempo, ne avevo risentito molto meno. Ad ora devo dire che vanno a danneggiare un’opera che, secondo me, sarebbe stata altrimenti molto valida, sia per gli intrecci tra i personaggi che per l’avventura. Se Inuyasha fosse stato gestito meglio, sarebbe potuto essere un titolo molto valido sia per l’azione che per la componente emotiva-romantica e non sono molti gli shonen che riescono a mettere in campo entrambi questi fattori allo stesso modo. Peccato.

  2. Ciao, intanto sono contenta di poter condividere una passione comune. Non so tu a quale generazione appartenga, io sono del ’98 e sicuramente non ricorderò di aver visto Inuyasha, soprattutto le prime serie, dal momento che ero piccolina. Mia sorella però era una sua ammiratrice (lei è del ’90) e ricordo, infatti, che possedeva figurine che scambiava con le sue compagne di classe. Detto ciò, ho rivisto Inuyasha dopo che se n’è parlato tanto quando è uscito il singolo del cantante italo-egiziano Mahmood, e dopo essermelo divorata ho iniziato a rivederlo a distanza di pochissimi giorni. Già durante la prima visione ho notato che sul finire della serie si era allungato tantissimo il ritmo: Naraku ormai iniziava a diventare ancora più noioso, soprattutto dopo le sue cento repliche uscite dal suo corpo scomponibile e ricomponibile (mi riferisco a quegli essere coi capelli viola di cui non ricordo il nome), senza tener conto della doppia morte di Kikio o della fin troppo lunga attesa di Kagome che, per essere una persona pacifica e razionale, comunque in tempi normali non sarebbe rimasta ad aspettare così disperatamente a lungo… Concordo anche sui filler e i numerosi flashback un po’ pedanti, tuttavia io amo l’anime nonostante tutto questo. Dunque la mia presa di posizione è diversa dalla tua: posto che Inuyasha presenta dei difetti – e hai ragione quando dici che non ha senso dargli il nome quando il “cast” è corale e soprattutto della sua infanzia e famiglia si scoprono sempre episodi presi separatamente, e tra lui e il fratello non c’è mai una vera evoluzione – ebbene, posto quanto detto, a me piace comunque, resta davvero un grandissimo piacere e passatempo a sé stante, anche solo per quella genialata dell’ “a cuccia!”.
    Tra i personaggi che ho più apprezzato ci sono Kagura, che è una personalità forte, il nonno di Kagome, che è un vero portento e Myoga, perché è saggio e sempre sul pezzo anche se non lo si sente arrivare.
    In aggiunta dico che per me non è nemmeno invecchiato, è formidabile nella sua interezza, dalla colonna sonora all’ambientazione storica fino ai valori che trasmette, che sono anche molto arguti per dei semplici bambini/adolescenti.
    Lo difendo a spada tratta, insomma!

    1. Ciao Bernadette,
      inizio col ringraziarti del commento sentito.
      Io sono più vicina alla generazione di tua sorella, quindi quest’opera mi ha accompagnata per gran parte della mia infanzia-adolescenza fino a praticamente l’età adulta. Ci sono molto affezionata e reputo che per molti punti rimanga veramente un titolo interessante e con delle buone basi. Per quanto si ami un’opera, tuttavia, reputo sempre costruttivo valutarne sia i pregi che i difetti, altrimenti si finisce per considerare bello solo ciò che rientra nei propri gusti e si perde di imparzialità.
      Nel rivedere Inuyasha a distanza di tempo, tutto insieme (al tempo ci beccavamo solo un episodio a settimana se andava bene, sennò c’era stagioni di repliche prima di andare avanti con la trama) e da adulta ho sottolineato quelle che sono state delle carenze anche banali nella costruzione della storia e che comunque hanno reso questo cartone meno completo di quel che avrebbe potuto essere. Non reputo sia brutto nè credo che le persone non dovrebbero vederlo (anzi, è un titolo che potremmo definire storico e che merita di essere visto) ma i titoli perfetti sono veramente pochi ed è giusto sottolineare anche le pecche, anche per formarci nella visione critica di un’opera e per eventualmente fare confronti con altre.
      Detto questo, credo che l’amore per un titolo non dipenda solo dalla qualità complessiva dell’opera, ma da tanti fattori. Sicuramente influisce quanto empatizziamo coi personaggi, quanto ci interessa la storia, il nostro mood del momento, se riesce a trasmetterci ciò di cui abbiamo bisogno. A volte ci piacciono cose complesse, altre volte abbiamo bisogno di cose leggere; a volte non ci fanno impazzire delle opere che sembrano perfette e invece ci innamoriamo di titoli magari raffazzonati ma che ci lasciano qualcosa. Ciò che voglio dirti, in sintesi, è che la mia intenzione non è mai criticare chi apprezza o non apprezza un’opera, ma cercare di descrivere in maniera più oggettiva possibile l’opera stessa o su cosa mi ha fatto riflettere. Specifico questa cosa perchè il tuo “ho una posizione diversa dalla tua” e “mi piace anche se ha dei difetti” non concorda molto col messaggio che volevo trasmettere, ovvero che si può apprezzare un’opera anche coi difetti e che non tutti è sempre bianco o nero, PRO opera o CONTRO quell’opera. Più volte ho detto che Inuyasha è un pezzo di cuore, ma non per questo posso reputarlo perfetto a priori.
      Spero di essere riuscita a spiegarti quello che intedevo dire.

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