Flash Post – Ranpo Kitan, storie di personaggi storti

Io e la mia “Onee-chan” abbiamo recentemente sperimentato l’ebrezza di provare un anime molto particolare e… che tutt’ora non ho capito se e quanto mi sia piaciuto. Devo, però, ammettere che Ranpo Kitan non è un titolo scontato o incapace di colpire, quindi ho deciso di parlarne con voi.

Ranpo Kitan – Game of Laplace è un anime investigativo del 2015, costituito da soli 11 episodi, dai toni decisamente thriller e dagli avvenimenti piuttosto macabri.

Trama

Kobayashi è un ragazzo delle medie, tranquillo e molto distaccato dalla realtà che lo circonda. Un giorno il giovane studente si risveglia nella sua classe, ignaro di come sia arrivato sul posto. Nello stesso luogo scopre il cadavere di un suo insegnante e finisce per essere accusato di omicidio. Nelle indagini verrà coinvolto un giovanissimo detective, Akechi, che risolverà facilmente il macabro giallo, affascinando l’apatico Kobayashi, che gli chiederà di diventare suo apprendista.

Commento

Durante la visione di questo anime non ho potuto che ripetere a me stessa (e a mia sorella, compagna di …sventure?) che questo anime è pieno di gente storta, moralmente o fisicamente.
Perchè, effettivamente, tutta la storia ruota attorno a personaggi strambi, pittoreschi, pazzi, malati… o incapaci di tenere una postura normale!
E ora starete pensando: “ma allora sarà una schifezza!“.
(Vi capirei, è quello che mi è balenato nella testa al primo episodio, però…)
No. Non proprio.

Ho dei sentimenti molto discordanti riguardo questo titolo, ma di sicuro posso dire una cosa: nonostante la partenza assurda, già dopo i primi due episodi è chiaro che tutti i casi affrontati, che tutti i personaggi incontrati, sono destinati a narrare qualcosa di più grande, mettendo le radici ad un caso ben più ingarbugliato e dalla forte componente psicologica. Perchè, al di fuori dei macabri e assurdi delitti, questo anime narra di  debolezze, di limiti, di scelte difficili e, a modo suo, ti mette davanti ad una domanda: io cosa avrei fatto in una situazione del genere? Perchè dire cosa è giusto e cosa è sbagliato, guardando esternamente una vicenda, è sempre molto facile. Ma quando ci si ritrova impotenti davanti a delle realtà orribili, ma concrete, cosa saremmo effettivamente disposti a fare pur di non rimanere solo a guardare?

Di contro, l’anime presenta dei personaggi fin troppo assurdi, a volte stereotipati (si può veramente stereotipare un personaggio assurdo?) e alcuni episodi risultano decisamente meno interessanti e coinvolgenti di altri. Gli avvenimenti sono a volte sensati, altre volte un po’ troppo estremizzati e non ho ancora capito se questo sia o meno accettabile, tenendo in considerazione che stiamo parlando di un titolo molto particolare e che, in realtà, il focus non dovrebbe essere sui casi in sè, ma sull’emotività o sulla psiche dei personaggi.
Si, appunto, sono un po’ confusa a riguardo.

Due note sicuramente positive, tuttavia, posso citarle: sia io che mia sorella abbiamo apprezzato molto la scelta di rappresentare il mondo di Kobayashi come un mondo fatto di manichini grigi, che prendono forma solo quando accade qualcosa di rilevante. Un modo molto efficace per sottolineare il totale distacco del protagonista dalle persone che ha attorno. Allo stesso modo, nell’arco di tutto l’anime vengono usati degli stratagemmi scenici interessanti che possono attirare l’attenzione dello spettatore.

L’altra nota positiva, se mi conoscete un minimo, potrete facilmente indovinarla…

… Sto ovviamente parlando delle due sigle dell’anime, che vi posto qui sotto.
La opening è coinvolgente, sia per il ritmo che per le immagini, e lascia pregustare chiaramente l’atmosfera distorta che ci si ritroverà davanti.

https://www.youtube.com/watch?v=8hfv2uAlvIc

La ending, invece, l’ho adorata ancor prima di vedere l’anime ed è, anzi, ciò che mi ha portato a scoprire questo titolo. Per questo condivido il video dell’artista, Sayuri, e non la sigla del cartone.

Ho cercato di dire la mia su questo titolo, ma non sono sicura di essere riuscita ad esprimere tutto ciò che si poteva dire a riguardo. Spero però di avervi un pochino incuriositi e che qualcuno di voi mi offra il suo punto di vista su questo anime.

A presto,

Iya&Ceres

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3 Risposte a “Flash Post – Ranpo Kitan, storie di personaggi storti”

    1. Bellissimo?? Non so… Sicuramente interessante da studiare, quindi data la durata, consigliato.
      Però certe cose mi hanno un po’ colpita… Anche emotivamente… Quindi, ok… Facciamo “bellino”! XD
      (non so se riesci a leggere la mia condizione di caos interiore! XD)

    2. Ps: ti auguro con tutto il cuore di tornare alla carica nella lettura di manga e nella visione di anime, che dover accantonare i propri hobby è sempre un sacco deprimente!

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