Iya&Ceres – Le Origini – Parte 2: Volumi Unici

Salve a tutti!
Eccomi con la seconda parte di questo mini-progetto sulle origini della mia passione per i fumetti, ovvero una serie di post dedicati ai primi volumi che ho acquistato (ormai più di 10 anni fa)!

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Quest’oggi vi parlo dei 3 fumetti one-shot acquistati quando ancora l’idea di investire troppi soldi sui manga dai millemila volumi mi spaventava (terrore che, tutto sommato, non è ancora scomparso del tutto)!

SOS
di Hinako Ashihara

volume unico, Planet Mangasos

Come gran parte dei one-shot (o, per lo meno, di tutti quelli che tratterò oggi), SOS contiene più storie: la prima, la principale e la più lunga, è appunto SOS, che dà il titolo al volume.

SOS racconta di Yu Asakura, una ragazza che tende ad essere sempre troppo disponibile con gli altri, al punto da aiutare i ragazzi che le piacciono a fidanzarsi. Un giorno Yu fa la conoscenza del ragazzo più popolare della scuola, Miyajima Raku, che le propone di unirsi al suo Club dei Cuori Solitari, una specie di agenzia scolastica che si occupa di far conoscere ragazzi e ragazze in base ai propri interessi e canoni. Yu inizia così a lavorare nel club, mettendo tutta se stessa per aiutare i clienti a raggiungere la felicità, ma ritrovandosi anche in situazioni particolari e per nulla facili.

Questa storia è molto semplice, ricca di clichè shojo, ma nonostante si basi principalmente sull’insoddisfazione della protagonista, che non riesce a trovarsi un ragazzo, le situazioni mostrate sono più complesse e delicate di quello che si potrebbe pensare all’inizio e penso riescano a trasmettere qualche riflessione al lettore. Yu è una brava ragazza, che crede nell’amore e che, per la sua genuinità, dovrà scontrarsi con realtà che prima non vedeva. Riusciranno queste nuove esperienze a farle cambiare punto di vista?

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La seconda storia di questo fumetto si intitola L’Organo ed è una delle storie brevi che, alla prima lettura, più mi ha commossa e mi è rimasta nel cuore.

Ambientata a Kobe nel 1922, L’Organo è la storia di Setsu, una ragazza povera che sogna di diventare maestra, e di Shotaro, un ragazzo benestante il cui vero sogno è diventare musicista. Il destino dei due protagonisti si intreccia e tra i due nasce un sentimento d’amore, che però li porterà ad affrontare scelte difficili e a sopportarne le conseguenze.

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La terza e ultima storia è Problema d’Amore, un breve racconto che ci mostra la relazione tra Mami e Minami. Lei è cotta di lui e ha una totale fiducia nel suo rapporto. Lui la tratta come una schiavetta. Dato il malsano rapporto tra i due, Mami ben presto decide di chiudere, ma Minami non sembra pensarla allo stesso modo. Riuscirà a conquistarsi una seconda chance?

Personalmente non ho trovato particolarmente brillante quest’ultima storia, ma neanche spiacevole. E’ la classica vicenda shojo incentrata sull’ingenuità di una protagonista gentile alle prese col suo primo amore. Niente di entusiasmante o innovativo, ma neanche una storia insulsa in grado di rovinare il parere generale sul volume!

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Quando ci vuole, ci vuole!

Honey Moon
di Shouko Akira

volume unico, Planet Manga

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La prima storia del volume è, appunto, Honey Moon e parla del rapporto che nasce tra due fratellastri, Mio e Junpei. Mio è una ragazza dolce, educata, molto brava in cucina e che era rimasta colpita da Junpei prima ancora di scoprire che sarebbero diventati fratelli. Junpei, invece, è un ragazzo apparentemente solare, ma che nasconde una sfiducia totale nelle relazioni sentimentali. La convivenza tra i due farà emergere questa loro diversità, ma anche un reciproco interesse.

Honey Moon è una storia che parla di un amore dolce, in cui due protagonisti si ritrovano a dover totalmente rivalutare la loro situazione e i loro punti di vista. Anche in questo caso, così come per molte delle storie di cui vi parlo in questo post, non ci sono particolari colpi di scena, ma la vicenda è trattata in maniera piuttosto lineare e semplice. Piacevole, ma niente di particolarmente entusiasmante.

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Best Position, seconda storia del fumetto, ci mostra invece un’amicizia particolare, quella tra Shibata e Matsuoka. I due vanno molto daccordo e hanno un piacevole rapporto basato su battute comiche e risate. Tuttavia Shibata prova qualcosa di più profondo per il suo compagno di classe e spera che, affiancandolo nella gara di comicità, lui possa accorgersi dei suoi sentimenti.

Best Position è una storia semplice ma molto carina, in cui la protagonista simpatica si innamora di un bravo ragazzo ma tentenna per paura di essere respinta. Qualche fraintendimento porterà Shibata ad allontanarsi, ma il rispetto per l’amico la guiderà sulla giusta via… per l’ovvio happy ending!

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C’è poi Cool, la storia di una quattrocchi che viene improvvisamente corteggiata da uno dei ragazzi più carini della scuola. Yuriko, che solitamente pensa solo alla matematica e ai libri, si ritrova di fronte a un’incognita: cosa vorrà veramente Asami da lei?

Sarò onesta: questa è l’unica storia (di tutto il post) che non mi è piaciuta. La protagonista è una secchiona senza un minimo di carattere (almeno all’apparenza), mentre il corteggiatore, Asami, non è altro che il solito ragazzo belloccio che se la crede. Riesce a far breccia nel cuore di Yuriko praticamente senza una reale ragione… tranne, forse, gli ormoni. Perchè dopo il primo bacio, l’indormita Yuriko sembra diventare un po’ più intraprendente, ma il suo sarà un interesse reale?

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Infine c’è Last Scene, storia dolceamara che, come L’Organo (vedi sopra) mi è rimasta nel cuore e ricordavo ancora prima di recuperare il volumetto.
Mina è una ragazza molto attiva che sta lavorando al video del diploma della sua classe. Fa così la conoscenza di Miyamoto, un suo compagno molto silenzioso a cui non aveva mai prestato molta attenzione. Miyamoto sembra molto distaccato ma è molto bravo nel girare video e viene quindi coinvolto nel progetto di Mina. Questa situazione fa avvicinare i due, ma purtroppo non sempre le storie hanno un lieto fine.

Ho adorato questa breve storia, anche se il finale toccante è abbastanza chiaro già dalla prima immagine.  Nonostante la prevedibilità della trama (come altre delle storie di cui vi parlo oggi) questa vicenda  lascia qualcosa al lettore e, proprio per questo, è la mia preferita dell’intero volume.

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Calling You
di Setsuri Tsuzuki (testi e disegni), soggetto originale di Otsuichi

Volume unico (con sovracopertina), Planet Manga

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Le storie di questo volume sono due, Calling You e Ferite, e sono accomunate da protagonisti che affrontano la loro solitudine e il loro dolore grazie a delle doti speciali.

In Calling You la protagonista, Ryo Aihara, scopre di essere in grado di comunicare con qualcun altro grazie al telefono immaginario nella sua mente. Conosce così Shinya Nozaki, un ragazzo che, come lei, ha molta difficoltà a farsi degli amici. I due iniziano a parlare sempre più spesso, ma la lontananza fisica è difficile da sopportare nei momenti in cui non comunicano. Per questo i due protagonisti decidono di incontrarsi.

La storia è particolare, anche questa dolceamara, e nonostante il potere particolare che Ryo scopre di avere, la trama è incentrata principalmente sul senso di solitudine e di inadeguatezza della protagonista. Mi è piaciuta, anche se ho trovato l’autrice un po’ caotica nella gestione delle differenze temporali tra i due protagonisti: oltre a venire da posti diversi, tra i due ragazzi c’è anche un diverso “fuso orario”, che nelle scene finali crea delle sequenze non molto chiare o dalla poco immediata comprensione (ma magari sono solo i miei neuroni che sfarfallano).

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L’altra storia, Ferite (o Kiz/Kids), parla invece di due bambini dalle storie tragiche: Keigo e Asato. Keigo veniva picchiato dal padre alcolizzato, mentre sue madre è fuggita, lasciandolo solo al proprio destino. Per questo il ragazzino ha sviluppato un carattere molto aggressivo, anche se il suo odio è rivolto solo alle persone che mancano di rispetto agli altri, mentre è molto sensibile e molto comprensivo nei confronti di quanti, come lui, hanno sofferto o sono stati discriminati. Asato, invece, è un bambino molto più silenzioso e introverso, più fragile. E’ stato adottato da parenti lontanti perchè la madre, dopo aver pugnalato il padre, ha tentato di uccidere anche lui e questo ha lasciato nel suo spirito, ovviamente, una ferita ben più grande di quella fisica. Ma Asato ha anche un dono particolare: può prendere su di sè il dolore delle altre persone, le loro cicatrici e le loro ferite. Un dono che potrebbe portare un bambino abbandonato a se stesso a fondo.

Questa storia è molto tragica, come si può ben intuire già dai presupposti con cui parte. Parla di diversità, di dolore, di solitudine, di abbandono e lo fa in maniera quasi disturbante. Alcuni lati dei caratteri e delle storie dei due protagonisti inteneriscono il lettore, ma alcune scene possono risultare piuttosto inquietanti, quasi dolorose. E’ una storia pesante, ma è anche una storia che parla di amicizia e di sostegno. Forse a qualcuno potrebbe non piacere, ma personalmente l’ho trovata, nella sua tristezza, molto interessante, anche se devo ammettere che… l’avevo proprio rimossa dalla memoria. A suo tempo deve avermi sconvolta più di quanto pensassi!

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Concludendo

Tutti e tre i volumi mi sono piaciuti e mi hanno lasciato qualcosa, anche se ho trovato che alcune storie fossero più valide di altre. In generale consiglierei i primi due a chi ama il genere sentimentale, soprattutto se è agli inizi e sta ancora scoprendo questa tipologia di fumetto. Il terzo, Calling You, è sicuramente più particolare e un po’ più forte, oltre che incentrato su argomenti quali solitudine e dolore, e non focalizzato sul romanticismo.

Spero che anche questo post a tema “le origini” vi sia piaciuto o l’abbiate trovato anche lontanamente interessante. Se vi siete persi la prima parte, la potete trovare qui.
Come sempre, se avete letto una delle opere in questione non esitate a farmi sapere cosa ne pensate, o più in generale che opinione avete sui One-shot o sugli shojo così brevi.

A presto,

Iya&Ceres

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3 Risposte a “Iya&Ceres – Le Origini – Parte 2: Volumi Unici”

    1. Beh… È una fase che capita… A volte è temporanea, a volte è definitiva. Effettivamente, soprattutto in queste storie brevi, i cliché si sprecano, per cui ti capisco bene! XD

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